
C’è un’energia irrequieta per il signor Fox (George Clooney) che lo rende uno dei personaggi più avvincenti di Wes Anderson: un ladro catturato tra l’animale selvatico che è nato per essere e l’uomo di famiglia domestico che sta cercando di diventare. È, nel cuore, una creatura di impulso, che insegue per sempre il brivido successivo, che si tratti di rubare polli o di agricoltori obsoleti, anche se le conseguenze si accumulano attorno a lui.
Ciò che lo rende così affascinante non è solo il suo fascino o l’intelligenza ma l’insicurezza sottostante che lo guida; desidera essere eccezionale, essere ricordato, essere Di più Non solo un’altra volpe che graffia un’esistenza normale. Eppure, sotto la spavalderia, c’è un dolore di autocoscienza: sa, in fondo, che la sua incoscienza mette tutto ciò che ama a rischio, che il suo bisogno di dimostrarsi è tanto un difetto quanto un dono.
In un mondo di cornici di stop-motion ben disposte, è un’esplosione di caos, una contraddizione, un personaggio i cui trionfi hanno sempre un costo. Eppure, come tutte le migliori creazioni di Anderson, è impossibile non fare il tifo, perché non importa quanti errori commette, non importa quanto perda, non smette mai di cercare qualcosa di più grande, anche se è solo un ultimo, perfettamente perfettamente Heist eseguito.